Dr. Renate Obud in conversazione con il pittore Rupert Rebernig in occasione della sua mostra a Muggia (TS), 2016

„Per me, dipingere è un’avventura nella creazione” dice l’artista Rupert Rebernig che vive in Carinzia (Austria) e che esporrà le sue opere a Muggia dal 21 luglio al 14 agosto 2016. “Si prova un senso di liberazione, in questo momento ci si innalza”, così descrive la sua sensazione nell’atto del dipingere. “ Per me la pittura astratta rappresenta una possibilità di sviluppo a livello personale”. I primi pittori astratti, specialmente W. Kandinsky, avevano cominciato nel 1910 ad esprimere nella creatività la struttura immateriale e spirituale delle forme visibili. Si trattava di una rivoluzione nella pittura e di un passaggio logico nello sviluppo artistico del XX secolo, derivato dall’Impressionismo, dal Fauvismo e dal Cubismo, poiché anche queste scuole diverse fra loro avevano rotto con i valori tradizionali della concretezza nella pittura. I pittori astratti del XX secolo cercavano ormai di rappresentare in modo estremamente diretto il proprio mondo interiore, il quale è invece infinitamente molto più vasto e molteplice del mondo esteriore visibile. L’elemento principale dell’arte astratta non conosce spazio né tempo, bensì è testimone dell’eterno, dell’energia vitale che scorre in tutte le cose.

Rupert Rebernig dice del suo lavoro artistico: “Rielaboro le forti impressioni che vivo intensamente parte nella natura, parte nelle città, come i colori e le forme -ad esempio dei profili delle case veneziane- o di un paesaggio, di un’atmosfera serale o del cielo al tramonto. È la mia apertura mentale verso queste impressioni da cui mi lascio attraversare. L’anima è sempre alla ricerca di esperienze di felicità piena, e queste io le vivo dipingendo quando si manifesta un alto sentimento. Così mi accorgo di vivere, nel mio sviluppo personale, un intenso senso di libertà che si insinua nelle mie opere.

mo(vi)mento, il titolo della mia mostra ha un duplice significato:1.) Tutto scorre –panta rei– l’unica cosa fissa al mondo è il mutamento permanente di tutte le cose. La mia pittura tratta di questo movimento, 2.) che offre, nel contempo, il momento per un incontro. Richiede solo che l’osservatore sia disposto ad essere aperto a saziare la sua anima del mio senso di libertà e felicità. L’anima non conosce età, invecchia solo quando si chiude. Può restare eternamente giovane e cerca sempre esperienze di felicità piena. Sono d’accordo con Joseph Beuys, il celebre artista tedesco del XX secolo che nel 1972 fu presente personalmente e per l’intera durata della sua mostra (100 giorni) alla Documenta 5 di Kassel (Germania), una delle più grandi presentazioni di arte contemporanea a livello internazionale. Con la sua presenza volle poter dialogare con i visitatori della sua mostra, in modo da rendere possibile un incontro concreto non solo con la sua arte, bensì anche con lui come persona. Allo stesso modo, anch’io sarò presente durante i 24 giorni dell’esposizione nella Sala Comunale d’Arte Giuseppe Negrisin, e non vedo l’ora di conversare con i visitatori interessati all’arte.

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